TURANDOT di Giacomo Puccini
23 luglio (Prima rappresentazione) ore 21.00
27 luglio ore 21.00
12, 19, 25 agosto ore 20.45
Turandot di Giacomo Puccini è il quarto titolo in cartellone per il 94° Opera Festival dell’Arena di Verona, in scena da sabato 23 luglio alle ore 21.00 per 5 serate fino al 25 agosto.
Regia e scene portano la firma del M° Franco Zeffirelli, i costumi del Premio Oscar Emi Wada; completano la messa in scena i movimenti coreografici di Maria Grazia Garofoli e le luci disegnate da Paolo Mazzon. Sul podio il M° Andrea Battistoni.
Repliche: 27 luglio (ore 21.00) - 12, 19, 25 agosto (ore 20.45)
Turandot, dramma lirico in tre atti e cinque quadri su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, è stata proposta per la prima volta in Arena nel 1928 nella messa in scena di Ettore Fagiuoli e rappresentata sul palcoscenico veronese in 18 stagioni per 10 diversi allestimenti.
Puccini riceve la prima stesura del libretto nel Natale del 1920 e il progetto originario doveva comprendere solamente due atti. L’ostacolo più grande per il compositore è la trasformazione del personaggio di Turandot da principessa gelida e vendicativa a donna innamorata, come si evince dalle sue stesse parole: «Il duetto [tra Calaf e Turandot] per me dev'essere il clou - ma deve avere dentro a sé qualcosa di grande, di audace, di imprevisto e non lasciar le cose al punto del principio [...] Potrei scrivere un libro su questo argomento». E ancora: «Il duetto! Il duetto! tutto il decisivo, il bello, il vivamente teatrale è lì! [...] Il travaso d'amore deve giungere come un bolide luminoso in mezzo al clangore del popolo che estatico lo assorbe attraverso i nervi tesi come corde di violoncelli frementi». Sfortunatamente i due librettisti, Giuseppe Adami e Renato Simoni, rispondono alle richieste di revisione con estrema lentezza e il compositore lamenta i continui ritardi nell’avanzamento dei lavori. Nel 1923 Puccini ha steso la partitura fino alla morte di Liù e del finale esiste solamente una prima bozza; morirà infatti a Bruxelles il 29 novembre 1924 lasciando incompiuta l’opera che verrà ultimata da Franco Alfano.
La prima rappresentazione di Turandot ha luogo il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale sospende la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!», rivolgendosi al pubblico con le seguenti parole: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera seguente l'opera viene rappresentata, sempre sotto la direzione di Toscanini, includendo anche il finale di Alfano.
Il grandioso e cinematografico allestimento di Franco Zeffirelli riporta alla Cina imperiale grazie a scene imponenti e grandi azioni di massa, ed è impreziosito dai ricchi costumi disegnati dal premio Oscar giapponese Emi Wada. Tutto concorre a sottolineare l’atmosfera del dramma degli enigmi per eccellenza, dove è in gioco la vita stessa e la risposta sta nell’amore che scioglierà il cuore della gelida protagonista. La principessa Turandot, che non si lascia sedurre da nessun uomo, gioca con la vita dei suoi pretendenti, certa che nessuno riuscirà a vincere la sua sfida. Solo Calaf saprà conquistare veramente il cuore di Turandot e superare così la distanza che tiene la principessa lontana dal vero amore.
Sul podio, per i cinque appuntamenti, il M° Andrea Battistoni; nel ruolo della principessa Turandot vedremo Oksana Dyka (23, 27/7 – 19, 25/8) e Tiziana Caruso (12/8), nell’audace Calaf si avvicenderanno Carlo Ventre (23, 27/7 - 19, 25/8) e Dario Di Vietri (12/8). Il re tartaro Timur avrà la voce di Carlo Cigni, mentre la dolce Liù sarà impersonata da Elena Rossi (23, 27/7 – 12/8) e Donata D’Annunzio Lombardi (19, 25/8). I tre ministri saranno interpretati da Federico Longhi (23, 27/7 – 12/8) e Marcello Rosiello (19, 25/8) per la parte di Ping, Francesco Pittari per quella di Pong e Giorgio Trucco per Pang. L’Imperatore Altoum sarà Cristiano Olivieri, il Mandarino sarà Paolo Battaglia e Il Principe di Persia Michele Salaorni.
Il M° Marco Tonini dirige il Coro di Voci bianche A.d’A.MUS.
Impegnati Orchestra, Coro diretto dal M° Vito Lombardi, Corpo di ballo coordinato dal M° Gaetano Petrosino e Tecnici della Fondazione Arena di Verona, insieme ai numerosi mimi e comparse.
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